mercoledì 11 aprile 2018

Scaffali bassi



Quelli che vengono biasimati per leggere libri infantili in età matura sono gli stessi che da piccoli venivano criticati per leggere libri da grandi : ma bisogna tener presente che nessun lettore degno di questo nome si regola in base al calendario.
C.S. Lewis, “Tre modi di scrivere per l’infanzia”

Ci sono libri per bambini e ragazzi che sono capolavori della letteratura. E ci sono libri per bambini e ragazzi che non sono capolavori della letteratura ma che tuttora leggo con un piacere maggiore di quello che mi darebbero moltissimi libri "per adulti".

Non mi è chiara la distinzione che vorrebbe vederci cambiare personalità col sopraggiungere dell'età adulta. Le cose che ci piacevano da bambini, se erano veramente belle e degne, ci piaceranno anche da adulti. Trovo comprensibile che un adulto preferisca battere la testa contro il muro piuttosto che leggere un libro di Geronimo Stilton, ma francamente non mi è molto chiaro nemmeno perché Geronimo Stilton dovrebbe essere propinato a un bambino. Io stessa, come capo scout, educatrice, baby sitter e via dicendo, insomma, in tutti gli ambiti educativi  in cui ero a stretto contatto con bambini delle elementari, ho incontrato bambini che leggevano solo Geronimo Stilton. Non ho mai potuto fare a meno di chiedermi, però, se qualcuno avesse offerto loro qualche alternativa valida o li avesse incoraggiati in altre direzioni. Un libro che convince solo quando siamo bambini non può, alla fine dei conti, essere un granché. Il buon vecchio Lewis, nel breve, fulminante scritto da cui ho tratto la citazione in testa al post, Tre modi di scrivere per l'infanzia, osserva che un modo a suo avviso sbagliato di scrivere per l'infanzia è quello che porta a propinare ai bambini quello che pensiamo interessi loro, anche se a noi non interessa affatto: dare al pubblico quello che vuole, insomma. Ai bambini piacciono i colori, le scritte a caratteri grossi e stravaganti, le figure, e naturalmente i topi, tutti sanno che ai bambini piacciono i topi, quindi, ragiona l'editore, riempiamo un bel po' di pagine di questa roba (sì, giusto, mettiamoci anche una qualche pseudotrama scritta da un povero schiavo della casa editrice il cui nome non figurerà sulla copertina) e daremo ai bambini quello che vogliono: ecco il miracolo! Abbiamo creato il "libro per bambini"! Libro che a noi ovviamente fa venire il latte alle ginocchia, che non ci sogneremmo mai di sfilare dallo scaffale di una libreria, che ci fa persino un po' ribrezzo con quella profusione di colori pacchiani, ma che non abbiamo scrupoli a propinare a qualsiasi figlio, nipote, conoscente sotto i dieci anni cui dobbiamo o vogliamo fare un regalo. (Pensiero a parte: dell'educazione alla lettura non dovrebbe anche far parte una sorta di educazione estetica? Forse è assurdo, ma quando compro un libro per un bambino, soprattutto un bambino che conosco bene e che è mio amico, la bellezza delle illustrazioni, dell'impaginazione, la piacevolezza del libro come oggetto ha un peso significativo).

Penso che l'unica variante autorizzata a determinare la differenza tra la biblioteca personale di un bambino e quella di un adulto sia la progressiva crescita della capacità di comprensione che una persona sperimenta con il passare degli anni. Il solito Lewis usa una bella metafora per spiegare questo processo:
"Oggi mi piace il vino bianco che da ragazzo non avrei apprezzato, ma continua a piacermi la limonata. E' un processo di crescita nel quale mi sono arricchito. (…) Se per acquisire il piacere del vino avessi dovuto perdere quello di una spremuta di limoni, non si sarebbe trattato di crescita ma di semplice cambiamento. (…)Un albero cresce perché si formano nuovi anelli, un treno che lascia una stazione per arrivare alla prossima non cresce affatto."
Così, libri per l'infanzia o per ragazzi veramente degni di essere letti continueranno a stupirci e appassionarci anche quando saremo adulti, e dentro i nuovi anelli che le esperienze che abbiamo vissuto  e le idee che abbiamo elaborato hanno fatto crescere sulla nostra scorza, restano i vecchi anelli del giovane tronco che eravamo un tempo, che hanno formato il nucleo dei nostri piaceri letterari e che ancora oggi ci stupiscono e ci danno gioia.

Non mi vergogno di leggere libri per bambini, ancora oggi, e non solo quelli che ho avuto la fortuna di leggere e amare da piccola: c'è sempre tempo per fare nuove scoperte. Lewis osservava giustamente che la vergogna per tutto quello che è "bambinesco" non è tipica dell'età adulta, ma propria delle persone che ancora adulte non sono. Un adolescente è ansioso di sembrare grande ed ha paura che leggere i libri che gli davano gioia qualche anno addietro possa farlo sembrare ancora un bambino. Un adulto, in teoria, dovrebbe aver superato la paura di non sembrare adulto, sapere di esserlo e quindi aver fiducia nel suo stesso giudizio, anche in fatto di libri. Quando avevo otto anni e leggevo Winnie the Pooh, sapevo solo che era bello e che mi commuoveva. Se lo rileggo oggi, e scopro che è ancora bello e ancora mi commuove, la conclusione logica non è che sono rimasta allo stadio infantile, quanto che Winnie the Pooh è un bel libro, che merita di essere riletto ad ogni età. Un paio di anni fa ho letto La città dei libri sognanti, di Walter Moers: è un libro per ragazzi, con tanto di illustrazioni in pagina, ma non posso che consigliarlo a chiunque, dai 9 ai 99 anni: è splendido, pirotecnico, sorprendente e sottile (e parla di libri: un libro per veri libridinosi). E, in linea generale, nel mio empireo ci sono parecchi libri per l'infanzia, nel senso che annovero libri per l'infanzia anche nella lista adulta dei libri più belli che abbia mai letto . Alcuni infatti sono grandi libri, che scavano profondamente nel mistero della persona umana e del suo rapporto col mondo, pieni di una ricca atmosfera poetica che fa risuonare corde profonde.  Scegliere di scrivere per l'infanzia vuol dire (o dovrebbe voler dire) scegliere una modalità espressiva più che una gradazione di qualità.
Per questo, al contrario, spesso (e con le dovute eccezioni) non mi entusiasmano i libri diretti ai cosiddetti young adults, fascia di mercato evidentemente molto ambita. C'è qualcosa di fastidioso in sé nell'idea che si tratti di libri "non per adulti", bensì per giovani che in teoria si dovrebbero "vergognare" di leggere libri per bambini o ragazzi ma ai quali è bene non rifilare qualcosa di troppo complesso. Perché è così frequente che la letteratura dell'adolescenza perda la poesia e la profondità di quella dell'infanzia senza acquistare alcun tipo di spessore nuovo e diverso?

Da quando insegno alle medie, ho persino una scusa professionale per curiosare tra gli scaffali di biblioteche e librerie dedicati ai più giovani. Porto i miei studenti in biblioteca almeno una volta al mese e voglio poter dare pareri, quando me li chiedono, con cognizione di causa (per non parlare del fatto che voglio che sappiano, quando scrivono le loro schede di lettura, che le probabilità che li scopra se barano sono discrete). Ma soprattutto voglio che siano consapevoli che, quando consiglio loro un libro per ragazzi, non lo faccio con condiscendenza ("sì, leggiti pure questa roba che sembra così adatta a te"), ma lo faccio perché l'ho letto, lo apprezzo seriamente e la considero una lettura che ha una dignità, e in certi casi una lettura imprescindibile per gli adulti come per loro.
Quindi leggete libri per bambini e ragazzi, senza vergogna! Leggeteli sull'autobus, in treno, in pubblico, comprateli in libreria senza fingere che siano per vostro nipote, prendeteli in prestito in biblioteca senza arrossire. Alcuni sono piaceri della vita di cui sarebbe un peccato privarsi. Qualche suggerimento? Alla prossima puntata!

Risultati immagini per winnie the pooh christopher robin reading

Nessun commento:

Posta un commento