martedì 22 marzo 2016

CANTO AL CANTO DEL FUOCO

Ciao fuoco,
anche per quest’anno il tuo lavoro stagionale sta per finire.
Facendo un bilancio, direi che te la sei cavata molto bene.

Hai riscaldato, ma non come riscalda il termosifone:
quello si ferma ai corpi, 
tu arrivi anche ai cuori.

Hai illuminato, ma non come illumina la lampada: 
la sua è una luce ferma e stabile, 
la tua è incostante come la vita, e le ombre ci danzano continuamente attorno.

Hai cotto, ma non come cuoce il forno: 
quello produce soltanto un lieve ronzio, 
tu invece riempi la stanza di sfrigoli, scoppiettii, profumi intensi di carne e brace.

Hai accompagnato le nostre serate, ma non come la televisione: 
quella reclama la nostra attenzione, si sforza di piacerci e di distoglierci dai nostri pensieri,
tu invece aggiungi solo profondità e gusto a ciò che si sta già facendo.
Si pensa meglio col fuoco acceso, si sferruzza più piacevolmente, si parla più allegramente, si fuma con più gusto.

A proposito, ci hai anche affumicato, è vero, però noi d’altro canto non sempre ti abbiamo trattato bene col vitto: ti abbiamo costretto a consumare carta colorata, legna bagnata, rami d’olivo potati da poco…
In fin dei conti un po’ di fumo ce lo siamo meritato!

L’anno prossimo, se tutto va bene, ti rinnoviamo il contratto; anzi, ci impegniamo a farti lavorare anche qualche ora in più!!


Buon riposo amico, non raffreddarti troppo.


Nessun commento:

Posta un commento