domenica 6 settembre 2015

Il damianide in ambiente marino



Questo post sarà dedicato all'osservazione antropologica del damianide,  altresì noto come homo piandiscoensis, in un ambiente che non gli è connaturale e che egli percepisce come sostanzialmente ostile, quale quello marino. Come molti di voi sanno, il damianide è una varietà della specie homo caratterizzata da colorito latteo (ma tendente al rosso in corrispondenza della faccia), efelidi sparse su tutto il corpo e pelo fulvo. Ha dunque una tendenza fisiologica a rifuggire il sole, resa più profonda dalla refrattarietà psicologica a ripetere esperienze compiute nell'infanzia e che egli associa istintivamente all'ambiente costiero: interminabili rituali consistenti nel cospargere il corpo di creme solari protezione 75, dense come colla vinilica e disposte su strati rinnovati dopo ogni bagno, conseguenti impanature di sabbia in ogni remota piega della pelle e risultante impossibilità di condurre alcun tipo di vita sociale, da cui il ripiego su attività ispirate a Forrest Gump, tipo diventare il campione di ping pong della pineta.
Se siete coniugati ad un damianide, e coscienti dei suoi traumatici trascorsi, sarete psicologicamente preparati alla totale assenza di vacanze al mare nel corso della vostra vita matrimoniale.  
Non ci sarà da stupirsi tuttavia se il soggetto, dopo innumerevoli stagioni passate a denigrare l 'orrida ed incomprensibile abitudine di recarsi in prossimità delle coste, che ha così turbato gli anni del suo sviluppo, cambierà improvvisamente idea e suggerirà di affrontare addirittura un'intera settimana di mare in pieno agosto: queste repentine prese di posizione sprezzanti del rischio costituiscono infatti un'inconfondibile aspetto del carattere del damianide. 
Vediamo dunque cosa è ragionevole aspettarsi da una settimana al mare in compagnia di un esemplare del genere. (E' da notare che in occasione dell'ultimo breve soggiorno in località costiera, occorso addirittura prima del matrimonio, il soggetto del nostro studio costrinse l'intero gruppo di amici a trascorrere uno dei due giorni della vacanza  visitando grotte naturali svariate centinaia di metri sottoterra).
In sostanza, il soggetto pianificherà in modo più o meno esplicito il suo tempo in maniera da trascorrerne fisicamente sulla spiaggia una porzione limitatissima.  

Il primo espediente per evitare la spiaggia è restare in acqua per ore. Dal momento che questa soluzione pone un rimedio al fastidio della sabbia ma non a quello dell'ustione solare, della noia profonda o, a lungo andare, dell'ipotermia, il damianide si attrezzerà previdentemente dotandosi nel più vicino negozio di articoli sportivi di maschera, pinne e boccaglio per lo snorkeling nonché di tuta integrale nera per attività subacquee, che per inciso vanno ad occupare metà dello spazio in valigia. Così attrezzato, salutata sulla riva moglie ed amici, il soggetto scomparirà per intervalli di circa tre ore, ripresentandosi all'ora dell'insalata di riso. 

Piano più raffinato, nonché tutto sommato più utile alla sua vita sociale e coniugale è quello di incentivare il turismo. Se la destinazione prescelta è di particolare bellezza, come nel nostro caso, questa soluzione sarà più facile da improporre agli altri.
Un'esplorazione delle bellezze del Cilento, una puntata alla meravigliosa Maratea ed il gioco è fatto: un'intera giornata di mare senza andare al mare.

 Ma se il damianide è veramente un degno esponente della damianità, il colpo da maestro sarà trovare il modo di negare trionfalmente l'essenza stessa della vacanza al mare nel corso della vacanza al mare, per esempio dedicando una giornata a fare escursionismo in montagna, salendo fino a duemila metri per poi scendere ed incontrare i suoi compagni in spiaggia vestito di tutto punto per il trekking, con tanto di scarponi. 


Questi atteggiamenti di sotterranea contestazione di una vacanza da lui stesso programmata sono tipici della psicologia del nostro homo piandiscoensis. E' consigliabile lasciare che il soggetto esprima liberamente le sue eccentricità: la moglie è pertanto caldamente invitata a godersi tranquillamente la prima e probabilmente unica vacanza al mare della sua vita coniugale, non lasciandosi turbare da tali schemi di comportamento schizoide. Se è fortunata, riuscirà persino a trascinarlo in una gita in barca: è sufficiente argomentare che sul fondo della barca non c'è la sabbia.

 

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