lunedì 6 luglio 2015

Doverosi aggiornamenti ecologisti

Carissimi,
siamo finalmente arrivati alla resa dei conti tra me e la mia amante vegetariana: la Compostiera.
Vi avevo già raccontato delle lungaggini burocratiche per averla, dei risibili vantaggi fiscali che non compensano lo sforzo di mantenerla, e della ripugnanza istintiva che genera in mia moglie l’avvicinarsi a qualcosa che contiene dei vermi.
E vi avevo lasciato così: «riguardo il concime, ancora non è pronto, dopo un anno e mezzo che compostiamo i rifiuti. Vedremo la prossima primavera».
Bene, questa primavera è infine arrivata. E io ho reclamato il mio concime. Ti ho nutrita per due anni, cara Compostiera, vediamo se anche tu contribuisci a farmi mangiare!

Munito di pala, mi sono così avvicinato all’apertura bassa della mia amatissima (oddio, detta così suona un po’ male), per raccogliere il prodotto del tempo e della natura. Ma avevo dei dubbi sulla riuscita di questa operazione: alcuni amici mi avevano detto che, dopo svariati tentativi per prelevare il concime in tal modo, avevano finito per rovesciare tutto il contenuto della compostiera sull’erba, prendendo poi il concime dall’alto del monte di rifiuti e rimettendo il resto dentro la Nostra.
La qual cosa mi faceva molta fatica, e pure un po’ schifo.
Invece, incredibilmente, tutto è filato liscio: a parte qualche guscio d’uovo ancora integro, in fondo alla compostiera c’era un bel concime neretto che si è lasciato prelevare senza troppi sforzi.

Baldanzoso, mi sono avvicinato al piccolo orto appena arato, per concimare a dovere l’area e poi piantarci le verdure. Ma allora il mio spirito scientifico ha avuto un sussulto: “se davvero vuoi vedere se il concime compostato funziona, devi usarlo solo in qualche punto dell’orto, e negli altri punti mettere solo il concime classico” (nel mio caso, pollina).

Così ho fatto, ed ecco il risultato. 


senza compost

con il compost


Sì, la seconda è una melanzana, non un baobab.

Non ci sono dubbi ormai… il compost funziona! Costa un po’ di fatica, ma alla fine ne vale la pena! Quest’anno abbiamo il miglior orto di sempre: siamo appena a luglio e già abbiamo superato il raccolto degli altri anni!! (rinfrescatevi la memoria qui).

La natura alimenta se stessa in un ciclo di morte, trasformazione, nuova vita. E l’uomo a volte è in grado di utilizzarla per i suoi scopi senza pervertirne la struttura di fondo. 

E senza troppi cattivi odori, aggiungiamo.


La storia d’amore, per ora, continua.

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