lunedì 16 marzo 2015

QUANDO IL VENTO ARRIVO'....

Il nostro piccolo borgo è stato uno dei più colpiti d’Italia dal recente “uragano” (sì, la velocità del vento era proprio da uragano: 160-170 km/h!).
Una sola notte di vento ha trasformato un paese del Terzo Millennio, all’avanguardia tecnologica, in una scenografia da far west: cartelli stradali piegati, tegole volanti, niente acqua né corrente elettrica, cimiteri vegetali al posto delle strade.

Il bilancio dei danni è stato ingente. Tra tutti gli interventi, quello più incisivo è stato l’abbattimento di ben 140 (140!) pini, lungo il nostro unico e poderoso viale. Adesso sembra una pista d’atterraggio, e ci vorranno anni prima che gli abitanti possano nuovamente frescheggiare all’ombra delle fronde nei giorni di calura estiva. (ecco una “cosa nuova” di una via!)

prima


dopo

Naturalmente lo spirito toscano non si lascia abbattere altrettanto facilmente: mentre ancora infuriava la tempesta, già c’erano le prime persone con il bagagliaio spalancato a fare il pieno di legna!! E altri hanno sublimato il dolore per il taglio dei pini contemplando i tronchi trasformarsi in cippato da caldaia, grazie al macchinario che era stato installato in piazza e che in breve tempo è divenuto un’attrazione popolare.

Insomma, è stata una settimana intensa, di quelle che rimarranno scolpite nella memoria individuale e collettiva. (Già mi vedo da vecchio a dire: “Ai miei tempi, quando venne qui’vvento pazzesco e buttò giù ognihosa….”)

Ma come abbiamo vissuto la notte buia e tempestosa tra le mura della nostra magione? 

Bene, dovete sapere che la nostra vicina ha un garage di lamiera la cui parete è addossata a una nostra parete di casa. Il vento, quella notte, si è incuneato nella serratura del portone del garage, facendola saltare (oppure la vicina non aveva chiuso il portone: qui ci sono diverse scuole di pensiero….). Fatto sta che dalle ore 4.20 casa nostra sembrava un castello infestato di fantasmi: le porte del garage, sbattendo a quella velocità, producevano un rumore assordante che rimbombava in tutte le stanze. Io mi sono svegliato e non ho più chiuso occhio (né orecchio). Diletta invece a un certo punto si è svegliata, e senza scomporsi più di tanto ha sentenziato: «domani bisogna dire alla vicina di casa che si ricordi di chiudere il garage, perché qui se tira un po’ di vento non si dorme….». Io ho cercato di farle capire che non era “un po’ di vento”, ma la fine del mondo, «guarda Dile che non ti rendi conto di che vento tira, è una cosa assurda…», ma lei imperterrita «sì ma insomma se avesse chiuso non sarebbe successo niente: domani glielo diciamo….» e si è rigirata nel letto continuando a mugugnare qualcosa e poi riaddormentandosi. Se non che, per tutta la notte, ha sognato di scavalcare la ringhiera e la rete, e di chiudere quel maledetto infernale portone!!

Nessun commento:

Posta un commento