venerdì 14 novembre 2014

Distruzione Creativa

Nella prima pagina c'è scritto: scrivi il tuo nome. Poi c'è scritto: scrivilo a lettere grosse. Scrivilo al contrario. Scrivilo di bianco. Scrivilo con mano leggera. Per essere un "Journal", ossia, letteralmente, un diario, non c'è male come inizio. 
 

Wreck This Journal di Keri Smith è un libro il cui scopo è essere creativamente… rovinato, o meglio ancora distrutto. Ogni pagina contiene un'istruzione, e le istruzioni sono le più varie, ma nonostante i gradi di potenziale distruttività siano diversi, nessuna lascerà il libriccino com'era prima. E così, si va da "usa questa pagina per fare un aeroplanino", a "disegna il contorno delle tue mani" a "getta nel compost questa pagina", a "metti questa pagina nella lavatrice, poi rincolla al suo posto ciò che ne resta", a "attacca qui a caso lo stralcio di una rivista" a "lega una cordicella al libro e sbattilo violentemente contro le pareti", a "fai la doccia col libro"… e via dicendo.
 

Wreck this Journal è stato scovato dalla sottoscritta in Internet e immediatamente acquistato online. E' arrivato a casa bello, liscio, intonso, compatto e si è presto deformato, gonfio di colore, di roba incollata, di pagine strappate e rimesse a posto, si è coperto di ammaccature per essere stato lanciato, sbattuto, portato a tracolla, bagnato e asciugato. L'ho portato al campo estivo e i ragazzi si sono messi seriamente d'impegno con  "chiedi ai tuoi amici di fare qualcosa di molto brutto a questa pagina", coinvolgendo tra le altre cose del sangue di pollo e una lumaca. 

Alcune istruzioni, per chi ha il vizio dello scarabocchio senza senso come me, sono fantastiche: per esempio l'ordine di scribacchiare sui margini e sul frontespizio, o di usare la pagina come un foglio per provare penne e pennarelli scarichi. Altre sono difficili da realizzare, al punto da richiedere una vera pianificazione, come "documenta il tempo che passa", "nascondi questa pagina nel giardino del tuo vicino". Alcune mettono persino alla prova l'entusiasmo stesso che abbiamo avuto, ingiungendo di regalare la pagina venuta meglio, per esempio.



La sfida vera, alla fine, non è tanto eseguire le istruzioni, ma  trasformare le esperienze più svariate proposte dal libro in atti creativi, che producano qualcosa di bello, persino di artistico, anche quando sembra impossibile, anche quando l'istruzione che ci viene data sembra priva di senso, o addirittura snervante o disgustosa.  Certo, è possibile solo a patto che l'assunto iniziale sia che vale la pena perdere del tempo per inseguire una bellezza originale. Solo così alla fine potremo dichiarare soddisfatti che il nostro Wreck This Journal è più bello una volta finito di quando era ancora intonso, appena estratto dalla scatola. 


Non dovremmo sforzarci di fare così di fronte a tutti gli imprevisti che il matrimonio - o la vita!- ci mette davanti? Lasciare tutto intonso non è un'opzione contemplabile. Se dobbiamo stare al gioco, che sia un gioco a cui scegliamo di partecipare fino in fondo, e senza perdere di vista il Senso.

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